sabato 13 maggio 2017

occhio al paradosso.

Dal greco para che significa portiere della nazionale e doss che significa dissuasore di velocità.
Contro ogni logica un paradosso riesce a dare una spiegazione fuori dal comune ad un evento apparentemente semplice.
Il paradosso stimola la riflessione in quanto esercita la nostra mente a superare i limiti logici che la vita di tutti i giorni ci pone.
Alcuni famosi paradossi sono:
Il paradosso del nonno di Schrodinger: quando il nonno è sul divano che dorme ha il 50% di possibilità di essere vivo oppure no, fino a quando nessuno controlla il respiro.
Il paradosso del "tirati su seduto": Ne avevo già parlato. Quando una madre sgrida il bambino che gioca sdraiato a terra gridandogli "tirati su seduto!" è a tutti gli effetti un paradosso.
Il paradosso di "stai zitto quando mi parli": Altro paradosso molto comune nella vita di tutti i giorni, soprattutto nei tamarrini con il motorino, spesso è seguito dall'espressione "abbassa lo sguardo" e da suoni primitivi gutturali come "oooouu" oppure "oh scemouuu" o ancora "oou babbo".

Il più ostico e ancora il più saldo tra i paradossi che io conosca è il seguente:

Vado a lavoro per comprarmi la macchina per andare a lavoro.

Scritto su un muro della mia città questo paradosso può dare risposta a qualsiasi cosa.
E fa riflettere.
Perchè il mondo del lavoro è ancora il più grande paradosso che esista.



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